01 Apr Pulizie di primavera
Freschi bucati stesi al sole, finestre spalancate, battitappeti all’opera, divani spogliati: è arrivata l’ora delle pulizie di primavera!
Le pulizie di primavera sono la pratica di pulire e riorganizzare la casa da cima a fondo, che storicamente avveniva proprio all’inizio della bella stagione. È una tradizione che ha radici molto antiche, presente in tante culture, in particolare di paesi con un inverno freddo.
In passato le pulizie di primavera avevano un valore diverso rispetto ai nostri giorni, per una serie di ragioni: per la minor disponibilità di risorse come l’acqua, i detergenti, il riscaldamento e gli elettrodomestici, la cura della casa non avveniva in modo regolare come la intendiamo oggi. La casa durante l’inverno era un rifugio, che ospitava spesso molte persone, e doveva mantenere calore. La primavera consentiva di riassettare la casa con più agio, il clima tiepido favoriva la vita all’aria aperta e la possibilità di arieggiare e ripulire i locali in profondità. La biancheria veniva rinfrescata, riparata e spesso trasformata in capi diversi secondo i bisogni della famiglia. Mio padre, classe 1940, mi racconta di vestiti nuovi ricavati da vecchie lenzuola.
Con lo sviluppo tecnologico, la disponibilità di tanti oggetti a un costo inferiore, di apparecchi, prodotti per la pulizia e le innumerevoli occasioni di svago, di pari passo con la mancanza di tempo, questa tradizione si è un po’ persa. La maggiorparte delle famiglie ha delle proprie routine di riordino e pulizia, più o meno strutturate, ma poche hanno tenuto la tradizione delle grandi pulizie di primavera, che sono anche un’ottima occasione per un check generale della casa. Il tempo investito nella manutenzione domestica è spesso considerato uno spreco.
Il riassetto quotidiano permette di risolvere superficialmente il problema del caos e degli accumuli, il riordino straordinario ci aiuta a fare un controllo approfondito degli spazi e degli oggetti.
Eh sì, perché consente di ripartire con nuove energie ed entusiasmo, evitando accumuli che poi diventa difficile affrontare senza un aiuto esterno. Questo assetto straordinario è preziosissimo nelle fasi di cambiamento della vita (pensiamo a una nascita, a un lutto, a un cambio casa), ma è altrettanto utile se fatto nei momenti di passaggio, come quello dall’inverno alla primavera, perché celebra e accoglie la rinascita.
La pandemia ci ha portato ad occupare la casa come ai tempi antichi: i miei nonni non andavano in vacanza o a cena fuori, la casa era il luogo deputato alla quotidianità, alla festa, alla condivisione, e al travaglio, alla nascita e al lavoro. Era importante tenerla viva e funzionale, anche se diciamo che il rischio di avere troppe cose non esisteva proprio, piuttosto il contrario!
Nell’ultimo anno tutti noi abbiamo avuto sotto gli occhi il nostro assetto domestico, gli oggetti di troppo, la confusione, data anche da un’occupazione degli spazi continua e costante, facendo nascere in molti la voglia di riorganizzare, liberare, riassettare, ripulire i locali di casa… e di respirare!
Secondo alcune stime l’acquisto di oggetti per la riorganizzazione domestica durante il lockdown è aumentato fino al 400%!
Questo desiderio si è però scontrato con alcuni ostacoli non trascurabili: da un lato lavorando a pieno regime da casa è praticamente impossibile trovare del tempo da dedicare a una riorganizzazione profonda degli spazi, sono venuti a mancare gli aiuti domestici a causa del lockdown, la condivisione costante della casa con la famiglia spesso impedisce di passare dal pensiero ai fatti.
C’è una soluzione?
Se aspettiamo il momento in cui avremo più giorni liberi in fila per occuparci da cima a fondo dell’organizzazione della casa, senza nessun occupante (visto come disturbo anziché come aiuto, ahimè) questo non avverrà mai. E i motivi sono parecchi:
- È stancante e tenderemo a procrastinare questa attività
- Non sarà mai un riordino totale perché ci saranno spazi di altri dove non potremo intervenire
- È impossibile pensare di pulire e sistemare veramente senza prima aver fatto due step fondamentali: eliminare il superfluo e trovare un posto per ogni oggetto.
Il mio suggerimento è quello di fare delle pulizie di primavera, spalmate su un periodo più lungo (per esempio un giorno a settimana per alcune settimane), come un momento corale per la famiglia, coinvolgendo grandi e piccini facendole diventare un’occasione di festeggiamento, avete presente lo spirito della vendemmia?
Siamo in lockdown, non possiamo viaggiare, i pescatori dicono “quando non si può navigare si riparano le reti”. Trovo che sia un’immagine bellissima e un’idea molto furba. Ricordiamoci che i bambini hanno l’istinto naturale di aiutare, sono i grandi che per mancanza di tempo e pazienza preferiscono fare tutto loro, per poi lamentarsi quando saranno adolescenti che non sanno fare nulla.
Un piano d’azione efficace
Riunione di famiglia
Indire una riunione familiare con il compagno, i figli (uno strumento bellissimo che permette di condividere, raccogliere pareri, idee, coinvolgere e quindi fare in modo che tutti partecipino a un progetto, d’altronde la famiglia altro non è che una piccola azienda, ci hi mai pensato?).
Check-up della casa
Fare una passeggiata casalinga, blocchetto e penna alla mano: osservare la propria casa con occhi freschi e segnare le parti che necessitano di manutenzione, le aree che chiedono attenzione, pulizia e riassetto. Da quanto non pulisco quella lampada? Quand’è stata l’ultima volta che ho svuotato la credenza? Se possibile chiedere agli altri componenti della famiglia di fare lo stesso. Questo aiuterà il processo di condivisione e consenso e di priorità degli interventi.
Calendario
Definire a calendario, in base ai tempi di tutti, un giorno o mezza giornata a settimana per un mese o più, da dedicare a questa attività.
Regole del gioco
Condividere le regole del gioco: durata, orari, pause, divieto di critica o di lamentela, l’importanza di lavorare come un team in leggerezza!
Obiettivi chiari e semplici
Darsi dei piccoli obiettivi da poter raggiungere, per esempio: partire da zone circoscritte (un pensile, un cassetto, un’anta dell’armadio). Ricordiamoci che fatto è meglio che perfetto!
Spirito di gioco
Lanciare delle piccole sfide, per esempio: ognuno deve eliminare 10 oggetti o indumenti che non sono più utili o necessari, o rassettare da cima a fondo uno spazio.
Lista di priorità
Stendere un lista di spazi/stanze da affrontare: per esempio scarpiera/dispensa/libreria oppure sala/cucina/camere/bagno/garage…
L’atmosfera giusta
Creare l’atmosfera giusta: consiglio di scegliere in anticipo i pasti, la musica da ascoltare (ogni componente della famiglia potrebbe scegliere il menu e la colonna sonora per un giorno specifico).
Ricompense
Prevedere dei piccoli premi al completamento degli obiettivi.
Alcuni accorgimenti green
Eliminare non vuol dire buttare: gli oggetti raccolti possono essere regalati, donati in beneficienza, se si ha tempo anche venduti. Dare una seconda vita agli oggetti che non servono più aiuta a farlo più facilmente e con meno sensi di colpa. Utilizzare ove possibile detergenti ecologici (l’olio di gomito non fallisce mai!).
Risultati
Nuovo smalto e energia alla tua casa.
Troverai oggetti che non ricordavi di avere.
Ti libererai del superfluo, con un grande beneficio di leggerezza e semplificazione.
Insegnerai a figli e conviventi che siete un team e che l’unione fa la forza.
Capirai che la casa non è una gabbia ma un posto meraviglioso dove vivere e condividere momenti preziosi.
Risparmierai tempo: meno oggetti = maggiore facilità nel trovarli, pulirli e riporli = più tempo e spazio per te e per accogliere il nuovo.
E se non funziona?
Non sei seguito nel tuo entusiasmo? Hai ancora un asso nella manica: riorganizza gli spazi solo tuoi, non dire nulla, non intervenire su ambienti e oggetti altrui. Secondo la teoria delle finestre rotte di Alex Zimbardo, il buon esempio (o quello cattivo…) sono trascinanti: vedrai come anche le persone più restie presto ti imiteranno!
Se invece vuoi appoggiarti ad un professionista, sappi che il professional organizer affianca i clienti nel delicato processo del decluttering, ovvero dell’eliminazione del superfluo. Lo fa con chi: non sa da che parte partire, perché crede sia una missione impossibile, con chi ci ha provato da solo senza successo, con chi crede di potercela fare ma preferisce fare altro col suo tempo e decide di investire nel supporto di un professionista.
Il professional organizer lavora in presenza, quando possibile, utilizzando tutti i dispositivi di protezione, o a distanza, tramite incontri digitali durante i quali aiuta il cliente ad impostare il lavoro e lo segue passo passo a distanza nella sua realizzazione.
Se ti interessa approfondire questo argomento, contattami!
Ti interessa l’organizzazione?
Iscriviti alla newsletter e ricevi subito il mio questionario in pdf per scoprire quanto sei organizzato. Ogni tanto ti manderò riflessioni e consigli sulla gestione del tempo, degli spazi e dello stile di vita.