22 Ott Resilienza: consigli pratici per migliorarla
Toccare il fondo non è la cosa peggiore che può capitarci. Toccare il fondo vuol dire avere una base dove poggiare i piedi per potersi dare una spinta e risalire. Fondamentale è cadere in piedi, e se il fondo è instabile, avere un paracadute o un appiglio. Io la chiamo resilienza.
La parola resilienza deriva dal latino”resilīre”, rimbalzare (re- ‘indietro’ e salīre ‘saltare’). Il Garzanti la definisce come “la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi”.
C’è un oggetto simpatico che mi ha sempre incuriosito. E’ un giocattolo di forma allungata che se sbilanciato tende a ritornare dritto. In Italia ne avevamo uno famoso negli anni ’60: Ercolino sempre in piedi, pupazzo gonfiabile che regalava con i punti una nota marca di formaggi.
Impassibile ai colpi, ai lanci, ai tentativi di abbattimento, il povero Ercolino vacilla, si piega, ma ritorna sempre in posizione eretta, con il suo sorriso serafico. Come ci riesce? Il pupazzo è dotato di un peso interno che spostandosi in modo fluido, riporta il baricentro al suo posto. E’ un tipo molto resiliente.
Facendo un po’ di ricerca ho scoperto che questo gioco (il cui nome tecnico è Misirizzi) ha origini antiche e ne esistono versioni in molte culture.
In quella giapponese, per esempio, l’Okiagari-kobōshi (“piccolo monaco sempre in piedi”) è considerato portafortuna, simbolo di perseveranza e capacità di resistere alle avversità.
Trovo che questo oggetto sia rappresentativo del momento storico che stiamo vivendo: tanto più è instabile il mondo che ci circonda tanto più è importante “essere centrati”, essere presenti il più possibile a se stessi.
La resilienza è avere una base solida dalla quale gestire situazioni fluide.
Quando il mondo intorno a noi diventa imprevedibile, proviamo a concentrarci sugli aspetti che possiamo governare: noi stessi, il nostro benessere, l’ambiente in cui viviamo e l’uso delle nostre energie.
Vediamo alcune strategie concrete che ci propone il mondo del Professional Organizing.
Conosci te stesso
Trova il tempo e l’interesse per ascoltarti. Sii vigile sulle tue emozioni, identifica le situazioni che le hanno generate e impara a riprodurle, se positive, o a evitarle e gestirle, se negative. Non darti colpa ma ringraziale, perché ti stanno dicendo qualcosa di prezioso su di te e sulle tue reazioni, sui tuoi gusti e valori.
Esercizio
La prossima volta che provi un’emozione forte, positiva o negativa, non fartela sfuggire, identificala e trova il modo che ti sveli qualcosa di interessante su di te.
Consiglio: trova un’agendina che ti piace e una penna o matita di qualità. Imposta due liste: emozioni positive e emozioni negative, dividi ognuna di esse in due colonne: da un lato l’emozione, dall’altra la situazione che l’ha generata. Scrivere ha il duplice ruolo di scaricare su una memoria esterna e di fornire un valido supporto da rileggere a mente fresca.
Abbi a cuore il tuo benessere
Una macchina senza benzina non si mette in moto. Perché pretendere da un essere umano che vada a mille senza una nutrizione adeguata e il giusto riposo? Se non pensi tu alla tua manutenzione nessuno lo farà per te. Tutto sarà più difficile e farai scelte annebbiate dettate dalla stanchezza.
Esercizio
Guardati dall’esterno come un cucciolo bisognoso di cure. Trova il tempo di scegliere il suo nutrimento, incoraggialo a fare delle pause. Portalo a prendere una boccata d’aria. Alleggerisci, sdrammatizza.
Consiglio: decidi una piccola azione di self-care (come bere più acqua, fare una passeggiata di mezz’ora, fare pause regolari) e cerca di compierla quotidianamente. Sai che ci vogliono 60 giorni per fare propria una nuova abitudine? Già dopo 10 saranno i benefici stessi a ricordarti che devi farla! Puoi aiutarti con il mio template (scaricalo qui) ispirato alla strategia produttiva Do not break the chain! chiamata anche Metodo Seinfeld, dove le “x” su una tabella rappresentano gli anelli di una catena, dove uno sostiene l’altro. Prevedi una piacevole ricompensa al raggiungimento del tuo obiettivo!
Abbi cura del tuo ambiente
Cerca di vivere in un ambiente accogliente, fatto per le le persone, non per gli oggetti. Rendilo facile da pulire e rassettare. Circondati solo di quelle cose che ti fanno stare bene e che sono utili, insegnalo agli altri conviventi. Troppe cose fanno perdere tempo e soldi a cercarle e pulirle, il disordine è causa di conflitti tra le persone, divora spazio vitale e socialità, perché non si è mai pronti a ricevere. Organizzare ambienti e oggetti aiuta a mettere in ordine pensieri ed emozioni. Provare per credere!
Esercizio
Fai il gioco del “Paparazzo”. Gira per casa e scatta delle foto agli angoli che richiedono cura e attenzione. Riguardale e individua i posti che ti creano maggiore fastidio.
Consiglio: trova mezz’ora e affronta uno di questi angoli della casa (un cassetto, una mensola, un angolo della dispensa). Fai un sacchetto con le cose rotte o scadute, che butterai, fai una borsa da donare con gli oggetti in buono stato ma che non sono più di tuo gradimento o utilità. Assicurati che entrambe le borse escano di casa! Assapora il senso di benessere e liberazione che un esercizio così semplice può regalare. E vai avanti.
Fai una cosa alla volta
La nostra attenzione è un bene prezioso ed esauribile ed è messa continuamente alla prova da notifiche, interruzioni, rumori e pensieri intrusivi. Proteggi la tua concentrazione con tutte le armi a tua disposizione e dedicala alle questioni per te importanti.
Esercizio
Prendi un foglio, fai due colonne. In una segna una x per ogni volta che nell’arco della giornata sei stato interrotto, nell’altra scrivi la fonte dell’interruzione (la mail, i social, un rumore, un pensiero fisso).
Consiglio: a fine giornata identifica l’elemento maggiormente disturbante. Una volta identificato l’acerrimo nemico della tua concentrazione pensa a come minimizzarlo (togli le notifiche, metti la segreteria, prendi nota del pensiero ricorrente che potrai gestire più tardi). E’ già un grande passo. Se però si tratta di un collega o una figura autorevole, bisogna mettere in pratica strategie più sottili, ma non impossibili!
Hai voglia di mettere in pratica questi consigli?
“Vorrei, ma non ho tempo!” Ho imparato che spesso “non ho tempo” vuol dire “non è per me una priorità”.
Dobbiamo essere realistici: il “tempo libero” è fatto di piccoli slot di mezz’ora o poco più tra le varie attività che ci assorbono durante il giorno. Sono questi i momenti da attivare a nostro favore. Purtroppo ci sembrano troppo corti e spesso li sprechiamo. Se tendi a rimandare perché aspetti il momento in cui riuscirai a fare una certa cosa come si deve… sappi che il tempo non si trova, te lo devi prendere.
Una provocazione: e se la qualità della vita dipendesse non da cosa facciamo, ma da come la facciamo?
Viviamo in un periodo di forte incertezza, troviamo il nostro “centro”, il nostro paracadute personale, nei valori, negli affetti, costruiamoci delle routine private che costituiscano una base solida da cui gestire con presenza e lucidità le incognite del futuro.
Organizzarsi è istintivo nell’essere umano, ma a volte per poter lavorare sui propri spazi, gestire il proprio tempo e migliorare il proprio stile di vita è necessario un aiuto esterno oggettivo e una strategia da seguire. Il Professional Organizer è qui per questo. Se hai bisogno di una mano io ci sono!
Foto: “L’albero della vita di Kalaloch, Stato di Washington” by Susan Readley
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